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      — Da dove viene?
      — Dal nord.
      — Rotta pericolosa, mio capitano.
      — Così la penso anch'io. Può essere qualche nave che ha preso parte al bombardamento di Mompracem e che va in cerca del praho di Yanez.
      — E la lasceremo andare senza farci raccogliere?
      — La libertà costa troppo cara per perderla nuovamente, Juioko. Se noi venissimo nuovamente presi più nessuno ci salverebbe e dovrei rinunciare per sempre alla speranza di rivedere Marianna.
      — Ma può essere una nave mercantile.
      — Non siamo sulla rotta di quei legni. Vediamo un po' se si può distinguere qualche cosa.
      Tornò ad appoggiarsi alle spalle di Juioko guardando attentamente dinanzi a sé. Non essendo la notte molto oscura, potè distinguere chiaramente la nave che muoveva loro incontro.
      — Non un grido, Juioko! — esclamò, ricadendo in acqua. — È un legno da guerra, di questo sono certo.
      — Grosso?
      — Un incrociatore mi sembra.
      — Sarà inglese?
      — Non dubito della sua nazionalità.
      — Lo lasceremo passare?
      — Non possiamo fare assolutamente nulla. Preparati ad immergerti poiché quella nave passerà a poca distanza da noi. Presto, abbandoniamo i salvagente e teniamoci pronti.
      L'incrociatore, tale almeno lo credeva Sandokan e forse con ragione, s'avanzava rapidamente sollevando sui suoi fianchi delle vere ondate in causa delle ruote.
      La sua direzione era sempre al sud, quindi doveva passare a brevissima distanza dai due pirati.
      Sandokan e Juioko appena lo videro a centocinquanta metri, s'inabissarono mettendosi a nuotare sott'acqua.
      Nel momento che risalirono alla superficie per respirare, udirono una voce a gridare:


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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