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      — È un praho!... Se fosse lui!... Maledizione!...
      — Perché imprecate?
      — Sono tre, i legni che si avanzano.
      — Siete certo?
      — Sicurissimo.
      — Che Yanez abbia trovato dei soccorsi?
      — È impossibile!
      — Cosa facciamo adunque? Sono tre ore che nuotiamo e vi confesso che comincio a essere affranto.
      — Ti comprendo: amici o nemici facciamoci raccogliere. Chiama aiuto. Juioko radunò le proprie forze e con voce tuonante gridò:
      — Ohe!... della nave!... Aiuto!
      Un momento dopo si udì al largo un colpo di fucile e una voce che gridava:
      — Chi chiama?...
      — Naufraghi.
      — Aspettate.
      Si videro tosto i tre legni virare di bordo e avvicinarsi rapidamente, essendo il vento alquanto forte.
      — Dove siete? — chiese la medesima voce di prima.
      — Accosta — rispose Sandokan.
      Tenne dietro un breve silenzio, poi un'altra voce esclamò:
      — Per Giove!... O m'inganno assai o è lui!... Chi vive?
      Sandokan con una spinta uscì dalle onde fino a mezzo corpo gridando:
      — Yanez!... Yanez!... Sono io, la Tigre della Malesia!... A bordo dei tre legni partì un solo urlo:
      — Viva il capitano!... Viva la Tigre!...
      Il primo praho era vicino. I due nuotatori afferrarono una gomena che era stata loro lanciata e si issarono sul ponte colla rapidità di due veri quadrumani. Un uomo si avventò contro Sandokan stringendolo al petto con frenesia:
      — Ah! mio povero fratello!... — esclamò. — Credevo di non rivederti mai più!... Sandokan strinse il bravo portoghese, mentre gli equipaggi gridavano sempre: — Viva la Tigre!...
      — Vieni nella mia cabina — disse Yanez. — Tu devi narrarmi tante cose che desidero ardentemente di conoscere.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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