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— Vendetta!... — urlarono i pirati. — Morte agli inglesi e viva la nostra Regina!...
L'ULTIMA PUGNA DELLA TIGRECambiata la rotta, i pirati si misero febbrilmente all'opera, onde prepararsi alla pugna che doveva essere senza dubbio tremenda e forse l'ultima che impegnavano contro l'aborrito nemico.
Caricavano i cannoni, montavano le spingarde, aprivano i barili di polvere, ammonticchiavano a prua e a poppa enormi quantità di palle e di granate, toglievano le manovre inutili e rinforzavano le più necessarie, improvvisavano le barricate e preparavano i grappini d'abbordaggio. Perfino dei recipienti di bevande alcooliche furono portati in coperta, onde riversarli sul ponte del legno nemico e incendiarlo.
Sandokan li animava tutti col gesto e colla voce, promettendo a tutti di mandare a picco quel vascello che lo aveva tenuto incatenato, e che gli aveva distrutti i più prodi campioni della pirateria e rapita la fidanzata.
— Sì, lo distruggerò quel maledetto, lo incendierò! — esclamava egli. — Dio faccia che giunga in tempo per impedire al lord di rapirmela.
— Assaliremo anche il lord, se sarà necessario — disse Yanez. — Chi resisterà all'attacco di centoventi tigri di Mompracem?
— Ma se giungessimo troppo tardi e il lord fosse già partito per Sarawack a bordo di un rapido legno?
— Lo raggiungeremo nella città di James Brooke. Piuttosto, quello che mi inquieta è il modo d'impadronirci dell'incrociatore che a quest'ora deve essere già ancorato alle Tre Isole. Bisognerebbe sorprenderlo, ma.
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