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      .. ah!... smemorati che siamo!... — Cosa vuoi dire?
      — Sandokan, ti ricordi ciò che tentò di fare lord James, quando lo assalimmo sul sentiero di Vittoria?
      — Sì — mormorò Sandokan che si sentì rizzare i capelli. — Gran Dio!... E tu vuoi che il comandante?...
      — Può aver ricevuto l'ordine di uccidere Marianna piuttosto di lasciarla ricadere nelle nostre mani.
      — Non è possibile!... Non è possibile!...
      — Ed io ti dico che tremo per la tua fidanzata.
      — E dunque? — chiese Sandokan con un filo di voce.
      Yanez non rispose; pareva che fosse assorto in un profondo pensiero. Ad un tratto si battè la fronte con violenza, esclamando:
      — Ci sono!...
      — Parla, spicciati, fratello. Se hai un progetto, gettalo fuori.
      — Per impedire che una catastrofe possa accadere, bisognerebbe che uno di noi, al momento dell'attacco fosse vicino a Marianna per difenderla.
      — È vero, ma in qual modo?
      — Ecco il progetto. Tu sai che, fra la squadra che ci assalì a Mompracem, vi erano dei prahos del sultano del Borneo.
      — Non l'ho dimenticato.
      — Io mi camuffo da ufficiale del sultano, inalbero la bandiera di Varauni e abbordo l'incrociatore fingendomi mandato da lord James.
      — Benissimo.
      — Al comandante dirò che devo consegnare una lettera a lady Marianna e, appena mi trovo nella sua cabina, mi barrico con lei. Al mio fischio voi balzate sul legno e cominciate la lotta.
      — Ah! Yanez! — esclamò Sandokan stringendolo al petto. — Quanto ti dovrò, se riesci?
      — Riuscirò, Sandokan, purché noi giungiamo prima del lord. In quell'istante si udì gridare sul ponte:


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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