— chiese una sentinella.
— Borneo e Varauni — rispose Yanez. — Notizie importanti da Vittoria. Ehi, Paranoa, lascia andare l'ancorotto e fila catena e voi altri fuori i para bordi! Attenti alle tambure!...
Prima che le sentinelle aprissero la bocca per impedire al prako di venire bordo contro bordo, la manovra era stata eseguita. Il legno andò a urtare l'incrociatore sotto l'ancora di tribordo e vi rimase come appiccicato.
— Dov'è il comandante? — chiese Yanez, alle sentinelle.
— Scostate il legno — disse un soldato.
— Al diavolo i regolamenti — rispose Yanez. — Per Giove! Avete paura che i miei legni affondino il vostro? Su spicciatevi, chiamatemi il comandante che ho degli ordini da comunicargli.
Il tenente saliva allora sul ponte coi suoi ufficiali. Egli si avvicinò alla murata di poppa e, vedendo Yanez che gli mostrava una lettera, fece abbassare la scala.
— Coraggio — mormorò Yanez, volgendosi verso i pirati che fissavano con occhio truce il piroscafo. Volse poi uno sguardo a poppa e i suoi occhi s'incontrarono con quelli fiammeggianti di Sandokan, il quale si teneva celato sotto una tela gettata sopra il boccaporto.
In meno che lo si dica, il bravo portoghese si trovò sul ponte del piroscafo. Si sentì invadere da un vivo timore, ma il suo viso non tradì il turbamento dell'anima.
— Capitano — diss'egli, inchinandosi spigliatamente dinanzi a lui. — Ho una lettera da consegnare a lady Marianna Guillonk.
— Da dove venite?
— Da Labuan.
— Cosa fa il lord?
— Stava armando un vascello per venirvi a raggiungere.
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