XXXIX
Ma dacchè Pompeo nell'Asia contro Mitridate inviavasi, alla potenza della plebe prevalsero i nobili. Impadronivansi questi delle magistrature, delle provincie, e d'ogni altro onore: securi quindi vivevansi felici ed impavidi; spaventando essi colle condanne i Tribuni in tal guisa, che più non si ardivano sollevare contro i patrizj la plebe. Ma, tostochè risorgea la speranza d'innovare, rinaque più fiera l'antica gara. E se nella prima battaglia Catilina fosse rimasto vincitore, o non vinto, una qualche massima strage e calamità avrebbe certamente afflitto la repubblica: perchè ai vincitori affievoliti e spossati sarebbe stato da fresche forze ritolto con la vittoria l'impero e la libertà. Molti dei non congiurati a bella prima si aggiunsero a Catilina; tra questi Aulo Fulvio, figlio di Senatore; che fatto dal padre arrestar per la strada, venne per suo ordine ucciso. Lentulo intanto, come ordinato aveagli Catilina, o egli in persona, o per emissarj, andava sollecitando in Roma quanti per dissolutezza e miseria atti a novità riputava: nè ai soli cittadini appigliavasi, ma ad uomini d'ogni qualunque specie, purchè utili fossero.
XL.
Fece perciò da un Publio Umbreno instigare i Legati degli Allobrogi ad associarsi a tal guerra; facile stimando il guadagnarsi que' popoli dai pubblici e privati debiti angariati; ed inoltre, come Galli, per natura belligeri. Umbreno, che in Gallia avea trafficato, molti di que' capi conosceva, ed era lor noto: onde, senza indugiare, veduti i Legati nel Foro, brevemente informatosi delle angustie della loro città, e quasi compiangendola, interrogavali qual fine a tanti mali sperassero.
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