Aperto poscia il consiglio, Giugurta fra molte altre cose propone di annullare ogni legge e decreto degli ultimi cinque anni dell'attempato e scemo Micipsa. Ad Jemsale piacque, e "Facciasi (disse) poichè tu stesso, Giugurta, da soli tre anni adottato ne fosti." Penetrò questo motto nel cor di Giugurta più addentro di quel che nessuno il pensasse. Agitato egli quindi dal timore e dall'ira, sin da quel punto incomincia a macchinare e disporre contro ad Jemsale continue insidie. Ma tarde pur tutte parendo a quel feroce animo, cui niuno indugio addolciva, ad ogni costo risolve di compiere il suo crudele proposito.
XII.
Abboccatisi i principi, come accennai, e poco fra loro accordandosi, vollero dividersi i tesori paterni, ed i limiti all'imperio di ciascun d'essi prescrivere. Fissarono perciò il tempo per eseguir l'uno e l'altro; ma più breve il fissarono, quanto al ripartirsi il danaro. Ciascuno dei principi intanto in luoghi diversi, ma tutti pure al tesoro vicini, si stette. Ad Jemsale in Tirmida toccò disgraziatamente d'abitare in casa di un satellite di Giugurta, al quale era sempre stato carissimo. Un tal ministro offeriva la Fortuna a Giugurta per vendicarsi: ond'egli con promesse e doni lo indusse a fingere di visitare la propria casa, ed a sottrarne frattanto le chiavi falsificate, poichè le vere presso ad Jemsale stesso ogni sera venivano riportate. Il Numida, assicurato che Giugurta ad ogni bisogno sarebbe pronto a venirvi con possente masnada egli stesso, a seconda dell'ordinato tradimento introduce di notte i soldati di Giugurta.
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