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      Industria, probità, militare dottrina; animo, sublime nel campo, moderato in città, delle delizie e ricchezze dispregiatore, cupido di gloria soltanto: doviziosissimo in somma d'ogni virtù. Nato ed allevato in Arpino, appena fu egli atto alle armi, che al campo rivolsesi, non alla Greca eloquenza, non alle morbidezze cittadinesche: così quell'incorrotta indole crebbe fra gli ottimi esercizj ben tosto. Presentatosi dunque al popolo per ottener egli da prima il militar tribunato, alla moltitudine sconosciuto ancor di persona, ma di fama non già, a pieni voti ottenevalo. Passava egli poi d'una in altra magistratura, tutte in tal modo reggendole, che meritevole sempre d'una maggiore il tenevano. Ciò non ostante, un uomo sì fatto apertamente a tant'alto grado aspirar non ardiva: ma e ciò, e più assai, ardì poscia, quando accecatamente nell'ambizione ingolfossi. La plebe fino a que' tempi dell'altre magistrature disponea; ma i nobili soli si davano il Consolato l'un l'altro. Nè alcun nuovo uomo, per quanto si fosse egli chiaro e famoso, a sì alta dignità avrebbe osato aspirare, senza quasi contaminarla.
     
     
      LXIV.
     
      Convintosi adunque Mario, che i presagj dell'Aruspice concordavano con l'ardente sua brama, chiese congedo a Metello, per andarsene in Roma a sollecitare. Metello, benchè di valore, di gloria, e di quanti pregj dai virtuosi si bramano, avesse dovizia, era nondimeno dispregiante e superbo; comune macchia dei nobili. Sorpreso da prima della strana richiesta, maravigliossi dell'audacia di Mario.


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C. Crispo Sallustio tradotto da Vittorio Alfieri
di Gaius Sallustius Crispus
1807 pagine 161

   





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