Vi si aggiungeva quella del grano: perchè, oltre all'essere i Numidi più assai pastori che agricoltori, ogni qualunque prodotto della terra era anco stato per ordine di Giugurta precedentemente racchiuso nelle piazze; onde per l'ardentissima state ignudo affatto rimaneva e brullo il terreno. Ciò non ostante Mario, esplorate queste terribili difficoltà, negli Dei, credo io, più che in se stesso affidandosi, per quanto le circostanze il soffrivano, a tutto provvede. Il già predato bestiame dà in guardia alla cavalleria ausiliaria; spedisce Aulo Manlio luogotenente colle coorti leggiere, ordinandogli di precederlo a Lari, città dov'egli avea radunato vettovaglie e danari per l'esercito; e assicurandolo, che quivi il raggiungerebbe fra pochi giorni, predando. Occultato il suo disegno in tal modo, Mario verso il fiume Tana si avvia.
XCI.
Progredendo egli poi, giornalmente alle centurie e alle torme compartiva in egual porzione il bestiame, alleviando così l'esercito della mancanza di grano; ed ordinava, che otri delle vuote pelli facessero. Nessuno sapeane la cagione; ma il capitano frattanto ogni cosa che poi abbisognerebbegli allestiva. Giunto finalmente al fiume il dì sesto, trovossi aver otri in gran copia. Quivi leggermente accampatosi, ordinò che i soldati mangiassero, e al cader del Sole fossero pronti, ogni altra soma gittata, a caricar d'acqua se stessi e le bestie quante si fossero. Quando poi parvegli opportuno, levò il campo, e tutta notte marciando, all'alba fece alto: e così movendo la notte, e standosi il giorno, molto innanzi l'aurora pervenne la terza notte ad un piccol rialto distante da Capsa non oltre due miglia, ove quanto più chetamente potè, coll'esercito appiattato si stette.
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