Impossessatosi di molti luoghi in tal guisa, per lo più senza perder soldati, al fine ad espugnarne accingesi uno, non quanto Capsa selvaggio, ma parimente difficile. Nelle vicinanze del Muluca, fiume che parte i regni di Giugurta e di Bocco, sorge dal piano un altissimo masso, bastantemente ampio nella sua cima; sovr'essa un castello s'innalza non grande, al quale di adito un solo strettissimo calle: il monte per ogni altro lato, quasi ad arte, dirupato è da natura e scosceso. I regj tesori che quivi serbavansi, grandemente Mario impegnavano ad espugbarlo. Ma, più che il consiglio, in ciò la Fortuna giovogli. Sufficientemente provvisto era il castello sì d'armi e di gente, che di vettovaglie e di acqua: terrapieni, torri, ed ogni altro ingegno d'assedio, il luogo non ammetteva. Angustissima pe' castellani la via, e quinci e quindi precipitosa. I nostri vi accostavano indarno, e con loro grande pericolo, i graticci, cui tosto co' sassi e col fuoco gli assediati distruggeano. Non permetteva l'asprezza del sito, nè di protegger le macchine con le schiere, nè di far lavorare tra esse: feriti cadevano, o morti, i più prodi; e quindi accrescevasi negli altri il terrore.
XCIII.
Consumati gia invano assai giorni e molta fatica, incominciò fra se stesso a dibattere Mario, se abbandonerebbe l'ineseguibile impresa, o se aspetterebbe la sorte a lui già tante volte benigna mostratasi. Ondeggiante dì e notte si stava fra questi pensieri, allorchè un semplice soldato, degli ausiliarj, Ligure di nazione, uscito a caso del campo per provveder acqua, non lontano dal fianco del castello dalla parte opposta all'attacco, alcune chiocciole fra' sassi osservando, e di passo in passo cogliendone, sì fattamente inoltrossi, che a poco a poco egli venne a riuscire quasi su la cima del monte.
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