Ma, se a voi così piace, l'impegno tralascio: a posta vostra guerreggiate pur voi con Giugurta: di là dal Muluca, altre volte già termine fra me e Micipsa, non varcherò io oramai; nè soffrirò che lo varchi verso la mia parte Giugurta. Oltre ciò, se altri patti, e di Roma e di Bocco non indegni, richiedi, non lo farai tu invano.
CXI.
Brevemente, quanto a se stesso, e modestamente, rispondeagli Silla; lungamente, quanto ai pubblici affari e alla pace. Dimostrava egli al Re: "Che le di lui esibizioni, al Senato e popolo Romano, suoi vincitori, parrebber pochissime: che convenivagli dunque operar qualche cosa più vantaggiosa ai Romani che a se medesimo: come, per esempio, consegnar loro Giugurta; impresa a lui facilissima, poich'egli il teneva; a noi, benefizio segnalatissimo. L'amicizia nostra in tal guisa, e l'alleanza, e la parte di Numidia richiestaci ora da esso, tutto verrebbegli spontaneamente accordato." Il Re, da prima sul niego; "i legami del sangue e dell'amicizia allegava; nè la giurata sua fede taceva, la di cui violazione temea che alienerebbegli il cuore dei sudditi suoi, già per natura ben affetti a Giugurta, e nimicissimi ai Romani." Ma, alle reiterate istanze di Silla, ammollitosi poi, promisegli al fine quanto ei chiedeva. Fermato dunque fra loro e l'inganno ed il modo di finger la pace, della quale Giugurta spossato omai dalla guerra bramosissimo era, si separavano.
CXII.
Bocco, nel seguente giorno, chiamato a se l'ambasciator di Giugurta, Asparre, gli disse; che Dabar avea presentito da Silla, ed a lui riferito, potersi oramai con Roma comporre: onde, investigasse egli su tal cosa il pensier di Giugurta.
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