Muriamo frattanto l’edificio, si disse, poi vi fabbricheremo l’atrio. Il valore dell’architetto ne affida che riuscirà opera degna.
E così il lavoro di introduzione fu assunto da quello fra noi che primo ci aveva animati a quest’ardua fatica della edizione dei «Diarii». Nomino a titolo di onore e di gratitudine Rinaldo Fulin.
[6] Se non che, egli si avvide ben presto che il vasto campo, che gli si andava aprendo dinanzi, nello studiare la vita e le opere molte e diverse del più fecondo dei cronisti veneziani, esigeva molto più tempo che dapprima s’era pensato, e che il lavoro, desunto in gran parte dagli stessi «Diarii» avrebbe potuto stamparsi in fine dell’Opera, premettendolo poi alla collezione, per compiere l’edificio storico al quale coraggiosamente erasi dato mano.
Ma pur troppo il Fulin, che si era riserbata la Prefazione dell’opera e particolarmente lo studio sulla vita del Sanuto, a pubblicazione compiuta dei «Diarii», perché voleva trarne gli elementi da essi, cioè da quello che l’autore stesso vi andava di sé giornalmente notando, non ebbe il tempo nonché di finire neppure di incominciare l’ideato lavoro, perché con gran dolore nostro e disgrazia dei veneti studî, fu, il 24 novembre 1884, non appena uscito alla luce il X volume dei «Diarii», immaturamente rapito al nostro affetto e alle nostre speranze.
E, pur troppo ancora, l’incarico che egli aveva assunto, di scrivere la Prefazione, toccò a me, non perché altri dei miei colleghi non potesse meglio adempirlo, ma perché si volle impormelo come un dovere, unendo io, oggi, alla mia veste di coeditore, quella altresì di Presidente della R. Deputazione Veneta di Storia Patria, sotto i cui auspicî e col cui sussidio si è fatta la pubblicazione.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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