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      vestite di collor candido e belloe l’una e l’altra degne di corone»(25).
      Egli ne parla nel suo Itinerario con ardore giovanile. Nota che della Gemma fece la conoscenza nella chiesa di S. Francesco:
      «Benedecto sia el giorno e l’ora e il pontoquando vi piacui, e tuti li mei passi
      ch’ò fati per vedervi, et quelli sassidove i passava, et benedecto il volto.
      Sia benedecto amor e chi è involtoin tal lecami d’inumerabel lassi,
      et benedecto quanti verssi sparssiE il principio dove el fu congiunto.
      Et benedecto sia tuti li affanniche port’i’ per haver al fin mercede,
      et benedecto sia d’amor li inganniSia benedecto ancor tuti che crede
      in quel fanziul, et quanti mexi e anniche l’o servito con si pura fede
      chome tuti qui vede.
      Mi ha serato el cor e strafurato,
      legato, posto im pregion et lacerato»(26)
      e che fu condotto da un Nicolò da Doglione a dì 11 giugno nella casa posta di fronte al Vescovado, nella quale abitava:
     
      .......... quella Gema oriental , quel viso adorno , Perhò che ogni jorno , mi par haver davanti , fazando molti canti , per el mio amor. , Or fo ferito , chome piaze a quello , ben che novello , fo preso in aspro lazo. , Aimè aimè son pazo: , Or lassa pur andare , et voglio piu cantare , che non soleva! , Benché avanti doveva , essere inamorato , tamen mi fortunato! , Povero disgraciato. , Ormai lasciamo andare , ben che volgio cantare , di la Dia chara Gema mia , che ha fato in quella hora , che sempre io adora , la sua gentil figura , che con tanta paura , me ha fato esser suo servo»(27).


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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