Invece il terzo codice Marciano cl. VII, cod. 1668, copia del secolo XVII pervenuta nella Biblioteca dopo la pubblicazione del Bettio, presenta a prima vista i caratteri di un lavoro veramente originale del Sanuto.
E così è, di fatto, perocché esso è la copia fedele dell’autografo di Marino Sanuto, pure nella Marciana cl. VII, cod. 801, da carta 125 a carta 256, compreso nel volume III delle Vite dei Dogi, incompletamente pubblicate dal Muratori nei Rerum Italicarum Scriptores, vol. XXII.
Per conseguenza devesi ritenere che il Sanuto abbia bensì scritto a guisa di diario nel 1484 i Commentarj della guerra di Ferrara, che poi corretti ed aumentati inserì nella grande sua opera Le Vite dei Dogi; e che da questa o dal primo abozzo altri abbia tratto quei due manoscritti che ebbe sott’occhio il Bettio, quando pubblicò la Storia della guerra di Ferrara.
[27] Questi lavori e la immane fatica di cercare, raccogliere e trascrivere memorie, cronache, documenti, iscrizioni e poesie politiche per prepararsi i materiali alla storia che si proponeva di comporre, dalle origini di Venezia fino ai suoi giorni, scossero la sua salute, e gli cagionarono una malattia di parecchi mesi, durante i quali rimase in Padova presso l’amoroso suo zio Francesco, confortato dai dotti che professavano in quella Università e la amicizia dei quali egli cercava per meglio istruirsi sospirando il momento di riprendere con maggior ardore l’ideato lavoro.
Perocché la generale approvazione che accolse la Storia Veneta del Sabellico, e la generosità con cui fu premiata dal Senato, animavano il giovane Sanuto in questo proposito.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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