Et non paja di novo a Tua Serenità se vederà in quella alchune cosse notabili, da niun altro cronista, che habbi di Venetia notato, descritte. La causa è perché ho cerco assai et non senza grandissima fatica, con continui studii, et già feci l’opera [28] assai grande e degna per la materia in sé, e picciola rispetto a l’autore, che è la Vita dei Dogi che sono stati ab urbe condita fino a Toa Serenità, et le cosse fate soto di lhoro, secondo varii annali et historie, et etiam dedicate a Tua Celsitudine, la qual Deo dante col tempo si manderà fuora; dove, queli la lezerano, non picciol piacer son certo prenderano. Questo veramente, a persuasione di molti che mi hanno pregato che di questa degna cità et republica ne scrive alchuna cossa; et ben fusse opera ardua et non da entrare con si picciola carena in tanto grande pelago, pur de mostrare quanta affetione tengo a la mia patria, ho voluto in brevissimi zorni metter mano a quello mi è parso necessario da dover saper, si da patritij nostri qual da’ forestieri, i quali tanto desiderano intender de questa cità la soa origine et governo. Et fanno bene et ottimamente, perché in verità, Principe Sublime, tale e tanto è il nome de la cità de Venetia, che, dirò cussì, per tuto el mondo n’è fato grande estimatione; quelli che non l’hanno veduta bramano vederla et intender come si governi, queli l’hanno veduta non finiscono di lodarla. Per la qual cossa, questa mia locubratione a Te, Principe glorioso, do, dedico et mando; et recevi il picciol dono dal Sanuto patritio Tuo, essendo da commendar non lo stile ma la fatica; et l’ordine commenda, a ciò inizi di dimostrar quello che ne l’età mia ho voluto far (come a molti è noto), perché più presto ho voluto scriver quel si sia, che star taciturno, come molti fanno per paura non esser appontadi.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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