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      I quali so che al primo mi biasmerano che habbi avuto tale prosontione di assumermi tale provintia, quale è stata questa, ma dicano quelo vogliono, son certo che, letto che i harano et diligentemente il tutto considerato, troverano in essa cosse di gran suo contento, et non potrà far che non laudi la fatica mia, perché troverano qui cosse nove et degne di memoria. Ma intravengi quelo vol, io dimostro et dimostrerò sempre l’intensissimo desiderio di voler, justa mia possa, far eterna memoria del Stato nostro veneto. Et a Toa Excellentia mi aricomando. Vale, valeatque Excelsitudo Tua, cuius numini corpus et animam perpetuo dedicavi.
      Ex urbe veneta, in aedibus, anno MCCCCLXXXXIII mensis augusti, aetatis vero meae anno XXVIII».
     
      Questa cronaca incomincia collo stesso breve capitolo sull’ origine di Venezia, premesso dal Sanuto anche alla grande cronaca delle Vite dei dogi.
      Seguono poi: Laus urbis venetae, e numerosissimi elenchi delle contrade di Venezia, chiese, monasteri e scuole e delle cose notabili che contengono; indicazioni delle barche, dei traghetti, dei servizi di trasporto, dei luoghi di mercato ecc., dei giorni di feste o di cerimonie, e delle cose che si fanno vedere ai forestieri quando vengono in Venezia; delle monete che vi si battono, e perfino dei pesci che vi si vendono freschi.
      Poi l’elenco delle famiglie nobili dall’origine o aggregate poi al patriziato; e finalmente il capitolo De Magistratibus urbis nel quale il Sanuto nota per ordine e descrive li offici e il modo di elezione di tutte le magistrature nella città di Venezia, cominciando dal Doge e terminando col Cancelliere grande.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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