[29] Questo lavoro veduto e lodato da Aldo Manuzio(51), da Jacopo Filippo Foresti da Bergamo(52) e dal Sansovino(53) particolarmente nella parte relativa alle venete magistrature, si riteneva perduto, dacché il Foscarini scriveva nel 1752(54) essere danno che non abbia veduto la luce della stampa, non sapendosi neppure il destino del manoscritto, «perché la molta cognizione che il Sanuto avea delle cose antiche induce a credere che questa opera sua fosse molto più istruttiva di quella del Sabellico(55) sullo stesso argomento».
Lo stesso Marino Sanuto aveva accennato a questo suo lavoro nella Excusatio ai lettori, posta in fine ai suoi Commentari sulla guerra di Ferrara dicendo che era dedicato a Girolamo Zorzi(56); ma fu solamente nella prima metà del secolo scorso che si poterono trovare due manoscritti di quest’opera, l’uno scoperto nella Marciana, dall’abate Beretta vicebibliotecario, fra i codici Contariniani, cl. VII ital., n. 264, l’altro già posseduto da Emanuele Cicogna nel suo codice 920 ora nel Museo Civico al numero 969. L’uno e l’altro, però, non portano la dedica a Girolamo Zorzi.
Il codice Marciano è autografo del Sanuto, e pare un abbozzo, perché è più breve del testo contenuto nel codice del Museo, che fu copiato nel 1528, per Giovanni Tiepolo, da altro «rescritto da Domenico Contarini da una cronicha del magnifico messer Marin Sanuto qu. Leonardo»(57).
Il codice Marciano manca interamente della prima parte cioè De origine et situ urbis venetae che si trova nel codice del Museo, ma è invece più copioso nell’indice dei reggimenti.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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