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      Essa vide quindi la luce, ma incompletamente, nel volume XXII delle Fontes Rerum Italicarum, da un esemplare della Biblioteca estense, che è una copia del secolo XVII mancante di ogni indizio che faccia conoscere se sia stata trascritta dall’originale o da altra copia.
      Il Foscarini(63), parlando dell’edizione Muratoriana, s’accorse pel primo che non doveva essere compiuta.
      «L’ampia cronaca» egli dice «dal Sanuto intitolata Le Vite dei Dogi, supera fuor di dubbio qualunque altra, per ricco apparato, per certa nobile semplicità che concilia fede allo storico, e per la copia infinita delle scritture che vide, parte delle quali citò apertamente e parte usò ampiamente, ma sembra opera non compiuta».
      E lo storiografo Francesco Donà, senatore, bramando di sapere se il testo Muratoriano corrispondesse esattamente col codice della biblioteca estense di Modena da cui fu tratto, ne scrisse al bibliotecario Tiraboschi, il quale così ne lo informava il 10 Maggio 1794:
      [32] «Questa cronaca è divisa in due grossi volumi in folio di carattere assai minuto. Il primo dei quali termina all’anno 1474 il secondo al 1493. Il Muratori oltre di aver ridotto il testo a uno stile meno incolto, alterandone talvolta il senso, ha ommessi moltissimi tratti interessanti per la storia della Repubblica, singolarmente cominciando dal 1400, dopo il qual tempo si può dire che non ha stampato neppure la metà. Anzi del tomo II non ha pubblicato che una piccolissima parte; e fa meraviglia che l’editore non abbia fatto di ciò alcun cenno nella Prefazione a quella storia premessa». E ne reca per prova alcuni passi.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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