Manca dunque l’autografo del volume II, per il periodo intermezzo di circa anni cinquantauno, che non si sa dove esista. Ma vi supplisce il codice 125 cl. VII Marciano che abbraccia parte della stessa Cronaca, dal 1423 al 1481, in copia eseguita da Pietro Foscarini il vecchio sul finire del secolo XVI.
Così trovandosi le cose, rispetto a questa importantissima Cronaca, la R. Deputazione veneta di Storia patria, che fino dai primordi della sua istituzione studiò quali cronache veneziane, oltre le fondamentali di Giovanni Diacono, dell’Altinate e del Dandolo, meritassero specialmente le sue cure, riconobbe fra le principali questa del Sanuto, perché, essendo stata pubblicata sopra un testo scorretto ed in modo incompleto e manchevole, mostrava appunto la necessità di una nuova edizione sui testi più sicuri e per la maggior parte autografi dell’autore.
Non poteva la R. Deputazione disconoscere la opportunità di questa nuova edizione, e già divisava di provvedervi, quando, invece, i consigli e gli incoraggiamenti di dottissimi uomini italiani e stranieri la persuasero a promuovere la ben più grande intrapresa della pubblicazione dei Diari Sanutiani, ora felicemente compiuta. Così quella delle Vitae ducum fu rimandata ad altro tempo.
Intanto un coraggioso editore, Scipione Lapi, a Città di Castello intraprendeva la nuova edizione riveduta, ampliata e corretta, della Raccolta degli scrittori italiani dal cinquecento al millecinquecento ordinata dal Muratori, e incominciava nel 1900 la edizione critica delle Vite dei dogi del Sanuto a cura di Giovanni Monticolo, veneziano e membro della R. Deputazione di Storia Patria(69).
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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