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      Ma se il Sanuto aveva la sincerità, la imparzialità ed una particolare disposizione a raccogliere e a sceverare i fatti, gli mancavano invece le attitudini a sintetizzarli, analizzarli e descriverli con quell’ordine logico e quella particolare dicitura scorrevole che sono le virtù proprie dello storico. Egli era un cronista, infaticabile, giudizioso, sincero, ma nulla più di un cronista; e volendo salire alla dignità di storico nella Spedizione di Carlo VIII scrisse la più difettosa delle sue opere; tanto che egli stesso, riconoscendo poi che mentre la storia si fa non è possibile scriverla, si risolse di notare giorno per giorno gli avvenimenti, riservandosi di raccontarli più tardi giusta i precetti dell’arte, e così appunto diede origine ai famosi suoi Diarii, dei quali la Storia della venuta di Carlo VIII può dirsi il preambolo, perché essi principiano là dove quella finisce(75).
      Di questa storia il Sanuto dà ragione nella seguente lettera dedicatoria al doge:
     
      «Augustino Barbadico Venetorum principi invictissimo Marinus Sanutus Leonardi filius patricius tuus venetus se plurimum commendat et optat Reipublicae felicitatem.
      Havendo non con piccola fatica reduto in fine, Serenissimo et Excellentissimo Principe, l’opera, già divulgata degna et di farne extimatione, di la venuta di Carlo re di Franza in Italia et successo de tempi fino l’hodierno giorno, et compita, deliberai dedicarla a Tua Serenità, sì per esser capo di la Republica et benemerito, quam perché sia eterna memoria che sotto Tua Sublimità sia seguite in brevissimo tempo cose in tanto volume descripte.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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