Diamo anche le due facciate: quella principale sulla salizzada in stile ogivale del secolo XIV, dove sull’arco della porta esiste lo stemma dei Sanuto, intieramente corroso, rimanendone soltanto la parte decorativa pure assai guasta(157), e più su tra le finestre del piano primo un altro stemma della famiglia, intatto(158); e l’altra che prospetta sulla fondamenta del Megio dove, precisamente in seguito alle avvenute divisioni famigliari, si ridusse ad abitare e poi morì il nostro cronista.
Pare, anzi, che egli stesso facesse ricostruire nel 1506, la facciata di questa casa verso il ponte, con disegno che sente lo stile del cinquecento.
Tra le finestre del mezzanino, nel quale si crede che il Sanuto tenesse il suo studio e la biblioteca fu, a spese di Rawdon Brown, nell’anno 1838 posta la seguente inscrizione, dettata da Emanuele Cicogna:
MARINI . LEONARDI . F . SANUTI . VIRI . PATR.
RERUM . VENET . ITAL . ORBIS . Q . UNIVERSIFIDE . SOLERTIA . COPIA . SCRIPTORIS.
AETATIS . SUAE . PRAESTANTISSIMIDOMUM . QUA . VIXIT . OBIIT . Q . PR . N . APR . MDXXXV.
CONTEMPLARE . VIATOR.
[52] Nell’anno 1515 (26 gennajo 1514 m. v.) le dette case furono condizionate, cioè notificate dai fratelli Marino e Leonardo di Leonardo Sanuto e di Venier Lucia, insieme ai fratelli Antonio ed Alvise di Leonardo e di Contarini Celestina(159).
Possedevano i fratelli Sanuto un’altra casa in vicinanza alla chiesa di S. Giacomo dell’Orio, l’osteria della Campana a Rialto, ed altri beni, che è inutile di identificare, ma che costituivano una sostanza modesta(160).
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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