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      Tanta era la fama della Raccolta sanutiana, che gli stranieri illustri che visitavano in quei tempi Venezia, non ne partivano soddisfatti se non aveano veduto «la casa dell’Arsenale, le gioie di S. Marco e la libreria del Sanuto»(197).
      Quando venne a Venezia il principe di Salerno, Ferrante Sanseverino, mandò uno dei suoi a dire al Sanuto che desiderava di vedere soltanto tre persone: Pietro Bembo che avea conosciuto a Padova, Marino Sanuto lo storico, e Giovanni Poro specialista nelle cifre. Non cercava di vedere altri, perché era studioso ed appassionato per le lettere. Desiderava visitare la biblioteca del Sanuto. Il nostro Marino scrive tutto questo nei Diarii(198) ed aggiunge: «ma io m’excusai et non vulsi».
     
      Il vicentino Federico da Porto in un poemetto in lode della biblioteca Sanuto(199):
     
      «Qui mare qui terram et vastum vult cernere mundumIlle domum aspiciat, docte Marine tuam».
     
      [57] e più oltre:
     
      . . . . . . . . . . . . . . . . .
      Obstupui immenso rerum confusus acervoMens erat in dubio nostra quid aspiceret
      Tu tamen ut mentem confusa lumina cernisDesinite: ad sedem quilibet inquis eat:
      . . . . . . . . . . . . . . . . .
      Quadraginta novem et duo mille volumina sunt hic:
      Bis positus (juras) nec liber ullus adest,
      Caldeos Arabas Grecos sine fine Latinos
      Inque omni innumeros cernitis arte libros:
      Hic quoque sanctarum tua quinque volumina legum:
      Et summi invenies: hic tria Pontificis
      Tunc Librum variis depictum ostende figurisUnus ait libros viderat arte tuos.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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