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      Ma prima ancora di morire il Sanuto avea già disfatto il suo studio e venduta gran parte dei libri per sopperire ai bisogni famigliari e pagare debiti(210), e tranne la grande sua opera dei Diarii che espressamente legò alla Patria, tutto il resto andò disperso e venduto.
      Auguriamo che possa ancora trovarsi l’Inventario della libreria Sanutiana, [60] veduto dall’Egnatio e dal Marsilio, il quale avrebbe una particolare importanza, ma intanto diamo qui in nota un saggio dei codici appartenenti alla biblioteca di Marino Sanuto, che tuttora si conservano, e dei principali manoscritti delle sue opere(211).
      [61] Dopo di essere stato savio agli Ordini per sette volte, e aver servito la patria come Camerlengo a Verona ed in altri particolari uffici, rimase per alcun tempo dimenticato, ma riuscì di nuovo eletto dei Pregadi 6 agosto 1516 in età di 51 anno, avendo offerto pei bisogni della repubblica 500 ducati, versati alla Camera di [62] imprestiti in partita Banco dei Pisani. Ebbe voti favorevoli 637, contrarii 396. Tale offerta egli fece perché in quel tempo, essendo esausta Venezia dalle immense spese sostenute per la guerra, occorreva, per conseguire cariche principali dello Stato, contribuire qualche cosa a sollievo del pubblico erario. Il nostro Sanuto, sebbene per [63] l’esperienze fatte in due precedenti votazioni potesse temere frustrato anche questo sacrificio, veramente superiore alle sue forze, fece l’offerta. «In questo zorno 18 agosto 1513, poi apresentado il boletin di aver pagato, al serenissimo, auto licenza di entrare in Pregadi, in nomine Domini entrai a ballotar».


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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