Subito dopo la morte del doge Loredan, convocato il Gran Consiglio(283) al consueto fine di confermare o modificare gli antichi ordinamenti per la elezione del nuovo doge e per nominare i cinque correttori della Promissione ducale(284), il Sanuto si oppose vigorosamente e con successo ad ogni cambiamento nel sistema delle votazioni(285); invece propose e fece inserire alcune nuove modificazioni nella Promissione(286).
Così al 1 di agosto 1521 ottenne si cambiassero le lettere all’imperatore Carlo V per la sua incoronazione ad Aquisgrana(287). Il 31 agosto parlò contro l’accettazione di don Luigi Caetani in servizio della Repubblica perché era suddito del re di Spagna, scusandosi di frequentare troppo le arringhe «ma la coscientia mi move, perché so le materie per la historia ho scrita, et habi paciencia chi va vociferando contro de mi che Dio a la fin lo pagerà». Giammai lasciò passare occasione di parlare quando parevagli opportuno. Ma tanto zelo ancora non gli bastò: ché a 28 di agosto proposta la sua rielezione al Pregadi ebbe solo 520 voti favorevoli contro 771(288), e il 30 settembre riproposto, ebbe voti 564 contro 689(289). «E questo, scrive, è il merito de le mie fatiche, et cussì si fa in le repubbliche de sta sorte!»(290).
Per rimettersi un poco dalle fatiche e per confortarsi ritornò ai primi di ottobre, insieme al nipote Marco Antonio Venier nel suo diletto Sanguinetto sul [78] veronese(291) dove rimase 13 giorni, poi andò per una settimana a Fiera, presso Treviso(292), dove in quella stagione, come è addesso, si tenevano le fiere con feste popolari: «perhò avendo lassato a Venezia chi dovesse investigar le nove che occorreva, perché a la ritornata potessi scriverle»(293).
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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