Et so che quelli ponevano le parti, si dolevano li fosse contraditte; overo altri, perché da quelle li ridondava qualche beneficio; ma io, non curando di altro che dil ben pubblico, tutto mi pareva nulla, che ajutar la Republica in quello poteva. Ma l’esito è stato, che quelli non vol contraditione, con li loro fioli et parenti; quelli coetanei et di più età che la invidia li ciechano, non volendo, non sapendo loro dir e forsi mancho far, ancora che siano di primi ballottatori ad romanum nel Senato; poi altri che per le soe idee voleno mal a chi fa bene, mi tratono [80] in farmi cazer: che, antiquitus uno dicesse le razon publiche era premiato sopra tutti li altri; ma adesso si fa el contrario. Sed de his hactenus. Confesso di questa ripulsa averne sentito non mediocre dolor; dil che causò la egritudine mia. Et si ben di novo di Zonta, questo anno passato, fui balotato, nil mirum che io cadessi, perché molti teniva fussi morto, overo talmente infermo che più ajutarmi potesse, né ussiva di caxa za molti mexi avanti. Tamen la Divina bontà ha voluto ancora preservarmi, et come ho ditto, compita la Diaria di l’anno passato, che si ben ammalato era non steva di scriver le cotidiane nove che mi erano, per giornata, da amici, manifestate, si che un altro volume feci. Et qualche pensier mi venne di lassar la principiata faticha; ma poi parmi veder quelli compatrioti che mi amano, dir: «Marin non ti smarrir, seguita pur il principiato camino, perché moglie e magistrato dal Cielo è destinato, va drio a scriver li successi de Italia et dil mondo, perché tu vedi prepararsi gran cose contro la Christianità, se quella non si unisse insieme.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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