Il Turcho à auto Rhodi, ch’el padre né l’avo mai poté aquistarlo, ha auto Belgrado in Hongaria, è Signor tremendo. Per la qual cossa, Domino concedente, ho terminato continuar la prefata faticha ecc.».
Fu soltanto ai 29 di marzo del 1524, che tornò a suonare la voce del Sanuto nei Consigli della Repubblica, quando si trattò di metter freno agli eccessi dei banditi e malfattori che infestavano la terraferma veneziana. «Andai in renga(305) et contradixi la parte, con atention de tuto el Consegio, che mirum quid niun spudasse, perché quella parte voleva modificare la legge a renderla meno dura a quegli assassini, homicidi, sacrilegi, ladri et homeni di mal affare, che bisogna perseguitarli per contento dei sudditi».
E poi il 23 di aprile ancora contro il sistema di vender gli offici per denaro(306).
E di nuovo il 5 giugno dell’anno seguente, contro chi proponeva di alzare a 40 anni il limite minimo dell’età per entrare in Senato «cosa contro la intentione dei nostri predecessori, i quali volevano che in Pregadi ghe fusseno zoveni mezzani et vechi, come per tutto, aziò un sangue fredo, tiepido e caldo si mescolasseno et facesse un optimo composito, tutto a beneficio di la Repubblica nostra»(307).
[81] Rimasto fuori del Senato qualche anno per la malferma salute e per altre contrarietà da lui accennate nei Diarii, ebbe però la soddisfazione di esservi acclamato, in piena assemblea, dal segretario Businello: come lo integerrimo Marino Sanuto(308); e poi quella, ben maggiore, di esservi richiamato il 4 di ottobre del 1524 «sì che con plauso di tutti piacendo a Dio entrarò di Pregadi, che è za quattro anni non son stato.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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