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      Che li consieri avogadori e cai di X in Gran Conseio portino veste di scarlato.
      Che il conseio di X se impazi di le sue materie.
      Che li comandadori vadino vestiti di biavo, aliter sia cassi.
      Che li episcopi, da cardinali in fuora, stagino in le so terre.
      Che do patroni a l’Arsenal stagino sempre in la caxa, zoè li do sono a la cassa, e cresserli salario.
      Che li auditori vechij e nuovi debano introdur le cause al primo Conseio, e l’avochato li risponda, né più si parli per quel primo zorno.
      Che femine e famegij non possano esser tolti a star con niun si non haverà la carta dilli patroni, ma ben dil suo salario li sia fata raxon sumaria.
      Che non si possi dar audientia per il Serenissimo e Signoria la matina se prima non sarà lecto le lettere e li Savij poi vadino a redursi insieme.
      Che un zorno a la settimana sia Pregadi, videlicet il sabato, per lezer letere; né si possi meter parte di danari in suspension di debito alcun per quel Pregadi.
      Che li oratori electi non siano expediti per Collegio si prima non sarà tolto licentia dal Pregadi di expedirli.
      Che si fazi la pruova di fanti di consoli e oficiali a la Justitia vechia ogni 6 mexi, come dispone le leze.
      Che li consieri fuora di palazo, per il tempo starà a la bancha, precedi tutti, excepto li procuratori.
      Che si lievi il capelo di mezo.
      Che non si conzi il capelo se non al principio del banco et poi a l’ultimo banco.
      Che li electionarij habino contumatia uno mexe.
      Che si fazi tre savij sora le Intrade di hospedali et monasteri e chiexie di questa terra e Dogado.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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