[84] Che si fazi un oficio qual sia ubligato contradir o laudar in renga, sempre che si meta parte di dar danari a alchun.
Che non posendo andar il Doxe in chiexia o altrove, per questo non si resti di portar le insegne, videlicet spada, umbrella, cussin, cariega, cierio e bareta come il Doxe fusse.
Che non si dagi più oxele ali nobili, ma il zorno di la Sensa si dagi a cadaun che sarà a Conseio una moneda di arzento con S. Marco e l’arma dil Doxe, con lettere e l’anno è stà stampada.
Che ali vechij di anni 70 in suso il Doxe mandi un per di caponi in locho di le oxele.
Che si fazi alcune voxe per 4 man, et alcune che si fa per 4 man si fazi per do man.
Che la Signoria non possi far termination di prorogar officio ad alchun soto pena.
Che li avochati extraordinarij non parlino per li zudegadi a San Marco: et far do avochati per zudegà, di anni 25 in suso l’uno, qualli siano scriti in le cause di quel oficio, apresso l’altro avochato.
Che li avochati habino per li soi carati una honesta limitation.
Che li avochati extraordinarij possino parlar ale Quarantie, solo avogadori et auditori: et per li officij de Rialto, cataveri.
Che l’hordine di dar li consegij a le cause sia più restreto.
Che li zudexi debano restituir li carati quando le sententie sarano taiade in termine di zorni 8, aliter con pena.
Che sia fata una altra renga in Gran Conseio di qua, e che la renga di Pregadi sia levà dil mezo e alzà quella è dale bande.
Che li avochati extraordinarij di S. Marco e Rialto siano aprovadi per un Collegio, justa la forma di la parte.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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