Egli sentiva molto di sé, sentiva che sarebbe stato utile in quegli uffici, disdegnava i minori, come disdegnava di parlare di cose che non riflettessero la politica e l’alta amministrazione dello Stato. Venne proposto in Pregadi di concedere a coloro che tenevano botteghe sul ponte di Rialto, che allora era di legno e si doveva accomodare, anzi quasi rifare, la erezione di nuove botteghe di fianco innalzate sopra pali, ritenuto che queste non farebbero danno al ponte, anzi lo renderebbero più solido. Il Sanuto avrebbe voluto parlar contro, per quattro ragioni che così indica nei Diarii: «la prima è cosa vergognosa di la terra, perché più non si parlerà di far il ponte (in pietra); la seconda può far danno al correr di le acque del canal grande; terzo perché el ponte non sarà securo: metteranno cargo di sacchi et altro; quarto perché hanno le boteghe apresso il ponte con il suo fitto proprio. Ma non vulsi parlar per esser materia bassa: et è venuti novi in Pregadi et dichi: Marin parla in cosse basse» ergo etc.(336).
Instancabile nel Senato a tener nota di tutto quanto di più importante vi si discuteva, e fuori a raccogliere materiali per scrivere la sua cronaca, continuava sempre ad istruirsi, frequentando le lezioni di filosofia, di teologia e di umanità, che tenevano di sera, nelle chiese di S. Marco e di S. Bartolomeo, Sebastiano Foscarini(337), in quella di S. Giovanni e Paolo, Alessandro Corner(338), ed a S. Lio, Stefano Plazino(339).
Rimasto fuori del Senato, non mancò mai, quando non glielo impedì la salute, di frequentare il Maggior Consiglio.
| |
I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
|
|
Stato Pregadi Rialto Sanuto Diarii Pregadi Marin Senato S. Marco S. Bartolomeo Sebastiano Foscarini S. Giovanni Paolo Alessandro Corner S. Lio Stefano Plazino Senato Maggior Consiglio
|