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      D’altronde il provvedimento sembravagli meschino: «Zuro a Dio, scrive nel suo testamento, è nulla a la faticha grandissima ho fato»(409).
      Ecco i documenti relativi a questo importante episodio della sua vita:
      Nei Diarii(410) egli stesso così scrisse il 19 Settembre 1531:
     
      «Fo presa una parte de dar a mi Marin Sanuto per la faticha di aver fato 53 volumi di questa Istoria et diaria, per provision ducati 150 a l’anno, a l’oficio dei Governadori di le entrate, dove si pagava sier Andrea Navagero per scriver la historia, con questo debi acomodar di diti libri domino Pietro Bembo, aziò scrivi la historia latina, et etiam che vadi drio scrivando in vita mia, come in la dita parte se contien. Et ave tute le ballote».
     
      In fatto il Bembo aveva, il 7 agosto diretto questa lettera:
     
      «Al Principe di Venezia messer Andrea Gritti.
     
      Serenissimo Principe, signor mio sempre colendissimo. Questa vernata essendo io a Venetia, io vidi le storie di messer Marin Sanuto, e parendomi elle di qualità, che, come che in loro fosseno molte cose non necessarie(411) pure avrebbero potuto darmi lume di infinite cose che farebbono a mio [95] bisogno per satisfar all’opera impostami da Vostra Serenità; io il pregai ad essere contento di farmi destro di poterle vedere e trascorrere secondo che esse mi andassero bisognando. A che egli mi rispose che quelli libri erano la cura e la fatica di tutta la sua vita et che egli non volea dare li suoi sudori ad alcuno, onde mi partii da lui con pensiero di fare, poiché ciò aver non si potea, senz’essi.


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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1898 pagine 165

   





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