Ora trovo che se mi bisognerà veder le lettere pubblice di Vostra Serenità, per l’intelligenza di molte cose che contengono i libri del vostro Senato, et son molto necessarie per la vera scienza delle cose fatte da questo illustrissimo Dominio, quella fatica sarà cosa impossibile a me, e quando fosse possibile sarebbe infinita. Onde supplico Vostra Serenità, che faccia colla sua autorità che messer Marin lasci a me vedere i detti suoi libri in mano mia, siccome essi mi verranno abbisognando, obbligandomi a restituirgli integri et salvi, ne la buona grazia di Vostra Serenità riverentemente raccomandandomi»(412).
E il 2 settembre ai Capi del Consiglio dei X(413):
«Ill.mi S.ri Colendissimi.
Poi che le S.e V.e me hanno dato el cargo de la historia de la patria nostra, ne la qual cura io spendo certo la mazor parte del mio tempo, le prego ad esser contente de facilitarme questa medesima cura et impresa. Questo dico, perché bisognandome trovar le cose nostre publice et i tempi con le altre circostantie necessarie el qual è el mazor peso che io habbia in tutto questo negotio, assai a proposito mio saria che io potessi veder i libri del Mag.o M. Marin Sanudo, ne i quali S.a M.a ha raccolte tutte le cose publice nostre de molti anni. Et poi che esso a mei preghi non se è voluto mover a compiacermene, sì come questo inverno ne feci pruova, anchora che io di ciò ne scrivessi già alcuni dì a la Ser.a del Principe, pur perché io stimo che le cure de mazor importantia togliano a S.a Sub.a poter pensar a questa, supplico hora et replico a le Ex.e V.e che le faccia trovar modo col detto M.o M. Marin, che esso me ne accommodi, acciò che io meglio satisfar possa e le S.e V.e et la patria mia, a le qual et a la qual servo.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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