Et io ho tratto la mia dalle occorrentie che per zornata veniva, con faticha, sudori, vigilie et continue investigation, stato otto volte in Collegio vostro savio ai Ordeni, cinque volte tra Pregadi et Zonta ordinaria, dove ho visto, inteso, et sentito la verità, et non solum di questa città, ma di tutto il mondo. Et dirò cussì, et questo è certissimo niun scrittor mai farà cosa bona delle historie moderne, non vedando la mia diaria, in la qual è compreso ogni cosa seguita, et con la qual, finalmente potrà attender al componer in latin, et con le mie fatiche farmi grandissimo honor. Io son povero gentilhomo, et aspetto di continuo la morte, per [97] non esser ben sano, et per esser in età senil, et haver anni 66. Ho do fiole natural, una delle qual maridai con l’aiuto di signori procuratori et de altri, l’altra è in casa in età nubile et saria pecato l’andasse di mal. Et Vostre Signorie sapia, come qualche uno di quelle è vero testimonio, che mi fu offerto ducati cento all’anno in vita mia, et che fosse contento di mostrarli et potesse lezer et tuor li summarij di queste mie historie. Il che largamente repudiai. Ma per conclusion Vostre Signorie intenda esser desideroso di l’honor di la mia patria, domente l’honor mio sia riservato, et fato memoria dove sarà tratto la historia per mi descritta, et ricognosciuta la mia faticha sì grande esserli stà grata, aciò possi sustentar la misera vita mia questo pocho di tempo mi avanza a viver, et maridar questa mia fiola. Il che facendo son contento accommodar il reverendo D. Pietro Bembo di tempo in tempo, et come Sua Signoria vorà, de ditti mei libri et opere, et aiutarlo et monstrarli quello, che chi non ha la praticha dil nostro governo, et stato in li nostri consegli secreti, mal lo potrà intender.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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