Et ben che le leze nostre habbi provisto alla succession, è bon ordinar chiaro el voler suo et ultima voluntà, ancora che mal siano exequite a le fiate; et questo adiviene a quelli che non hanno figlioli legiptimi, come Io per mia iniqua sorte son de quelli; et tante mie fatiche et opere per mi composte convien andar in man aliene! Per tanto, Io Marin Sanudo fo de miss. Lunardo dil confin di San Jacomo de Lorio, per la Dio gratia san dilla mente e dil corpo, fazo il mio testamento di mia man propria; et questo è il quinto testamento ho fatto, qualli tutti li altri ho straziati, et questo darò in man di nodaro, presenti testimonij, aziò, sequita la mia morte, quando alla Divina bontà piacerà, come è il consueto, lo lievi in publicha forma aziò li mei Comessarij adimpischa (che Dio el voglia) quanto qui sotto ordinarò.
Prima. Ricomando al Altissimo Dio l’anima mia, pregando la soa Divina Maiestà non vogli vardar a peccati commessi e non condegni meriti renduti alla soa Divinità, ma mediante la sua summa pietà et misericordia, vogli ch’io sia in locho di salvatione. El corpo mio, dapoi partita l’anima, voglio sia vestito dil habito dila mia scuola di mis. San Zuanne Evangelista, in la qual za molti anni intrai, alla qual scuola lasso ducati diexe.
[102] Item voio ditto mio corpo sia tenuto in caxa mia hore 24, poi justa el consueto portato in chiesia: non si fazi baldachim alcuno, solum uno dopier per capo, et poi sepulto in la chiexia di S. Zacaria, dove era le arche di nostri passadi da cha Sanudo, et sia messo, per adesso, in una cassa di larese impegolata, poi in uno deposito con la † et la mia arma et lettere M. S.; el qual sia messo da la banda di qua di la porta di la chiesia, dove fu sepulto miss.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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