Chi ama il verismo nella storia non può trovare uno specchio migliore di questi Diarii. I tempi, i luoghi, le persone vi sono descritti per filo e per segno: come era addobbata la stanza o la cappella, come erano pavesate le navi, come parati il tempio e le città nelle feste, delle quali nessuna è dimenticata, e con infinite particolarità sono descritte le più importanti; come vestiti il doge(431), i senatori, le dame, i diversi magistrati, come gli ambasciatori, e perfino, con una nota di canzonatura, come d’estate l’ambasciatore unghero comparve in Senato coperto di pelliccie.
Insieme ai ragguagli di Corti e di potenze, alle nomine di magistrati, alle discussioni delle trattative col re di Francia, col Turco e coll’imperatore, all’incoronazione di Carlo V, al divorzio di Enrico VIII, allo svolgimento del luteranesimo, ad ogni particolarità di guerre, di battaglie, di accorgimenti politici, ci danno il prezzo delle merci, del grano, del pesce, il valore delle spedizioni che arrivavano dalle Indie e dal Nord, il corso dei cambi, la varietà delle stagioni, la statistica dei prodotti, quella dei morbi, delle imposte e delle spese. Descrivono feste per arrivi di principi, matrimoni, carnevali, spettacoli, commedie, ecc., con tale ingenuità e ricchezza di narrazione da averle come presenti. Perfino un caso di digiuno eguale a quelli del Succi e del Tamzer(432).
Descrivono i lavori che si fanno in Venezia: come il ponte di Rialto, la cima del campanile di S. Marco, la procuratia dell’Orologio, i pili degli stendardi di piazza [114] S. Marco, l’arca del cardinale Zeno, i leoni ecc.; ed è curioso come il Sanuto si compiaccia dell’allargamento delle vie (S. Gio.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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