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Si può anzi dire che quasi ogni anno volesse finire i suoi Diarii, ma pregato o incoraggiato dal principe, prometteva sempre di continuarli soltanto finché il doge avesse vissuto. Quando terminò il volume LI nel 1529 vivamente disgustato e affranto si propose seriamente di metter fine ai Diarii, ma il suo intenso lavoro era per la sua anima divenuto necessario, come pei polmoni l’aria che respirava, e non diede perciò seguito al suo proponimento.
E tanto più quando nel 1531, mentre stava scrivendo il volume LIV dei Diarii, ebbe la sovvenzione annua dei 150 ducati che lo animò a proseguirli, e il decreto che sanciva la consegna e visione di tutte le carte, benché anche questo tardo compenso alle sue fatiche gli riescisse di mortificazione, per l’obbligo impostogli di mettere a disposizione dello storiografo Pietro Bembo la sua preziosissima Cronaca.
Altri quattro volumi scrisse, e questi con carattere ancora più fitto; tralasciò il lavoro solo quando, aggravatasi la malattia che dovea poco dopo condurlo al sepolcro, né la mente né la mano reggevano più alla immane fatica.
I volumi dei Diarii scritti dal Sanuto sono 58, in folio; abbracciano 40 mila [117] pagine di carattere fitto e minuto, senza correzioni come dal facsimile della carta 16* del vol. LVIII che qui inseriamo(438).
[118] Il tempo a scrivere, e il maggior tempo occupato giornalmente dal Sanuto a raccogliere nei Consigli, nelle Cancellerie, negli Archivi, in piazza, a Rialto e da innumerevoli conoscenti ed amici, le notizie, le lettere, i documenti, per 40 anni, oltre il tempo in precedenza e contemporaneamente impiegato a scrivere le altre sue opere, e la grandissima fatica, devono certamente avergli resa pesante ed abbreviata la vita.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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