Ma dove si manifestò più efficacemente l’opera del Fulin fu nell’azione collettiva, cioè nel promuovere la Nuova collezione di opere storiche della quale uscirono venti volumi, — la istituzione della R. Deputazione veneta di Storia Patria, che diede tali risultamenti da gareggiare e forse superare per l’importanza e il numero di pubblicazioni le altre Deputazioni del Regno, — il periodico l’Archivio veneto, — e in fine la edizione dei Diarii di Marino Sanuto, che puossi dire il supremo pensiero, la meta ultima della sua vita.
Di quest’uomo dotato di fecondo ingegno, di vasta dottrina, di operosità non comune, che diffondeva intorno a sé quella vita intellettuale che dentro gli si andava agitando, non morrà il ricordo nella storia del risveglio degli studî patrî.
Sul feretro di Rinaldo Fulin tutti piansero, ma più di tutti i colleghi della R. Deputazione di storia patria, — che può dirsi la sua figlia prediletta, — e i colleghi del R. Istituto Veneto di scienze lettere ed arti, del quale fu lustro e ornamento.
Ma lo piangono ancora, con sempre vivo e memore affetto i superstiti suoi colleghi nella edizione dei Diarii, i quali dal suo esempio trassero la forza di condurla a compimento.
Fu una grande sventura che la vita esemplare ed operosa di Rinaldo Fulin si infrangesse immaturamente la notte del 24 novembre 1884 nell’età di anni sessanta.
[131] Moriva il 2 Aprile 1877, a settanta anni, Federico Stefani. La sua perdita dolorosa fu di tanto più acerba in quanto meno era da attendersi, perché pareva che l’età matura dello Stefani fosse vinta dalla tempra della sua robusta salute.
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I Diarii
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1898
pagine 165 |
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