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      Et ita era messo in via per andar; ma el suo conseglio lo disconfortò, persuadendo che 'l non si lontanasse tropo da Napoli per multi respeti, et che non dovesse abandonarlo per andar a tuor tal danari, perché conservando Napoli, se questo anno li perderà l'altro che viene li scoderà, e con questa raxon et altre l'hano fato restar, et andò a combater el castello de San Zorzi, et hagli dato bene quatro bataglie, tamen li franzosi hanno dato il malanno al campo de re Ferando, sì che non potè far cossa alcuna. Bene è vero che 'l principe de Salerno con 500 homini venia per dar socorso al dicto castello; ma li nostri che avea facto una imboschata li forono adoso, et pocho vi manchò che non prendeseno el prefato principe, el qual se ne fugite con dano non picolo di li soi amici. El signor don Federico è andato verso Cajeta con le sue galie et molte barze, et ha mandato a domandar molti di nostri ballestrieri, dico di le nostre galie, sì che li fo mandato 4 ballestrieri per galia, et etiam una galia nostra chiamata la Sibinzana vechia. Tuti ha menato a Gajeta, dove sua signoria subito fece dismontar li bischaini de le barze, e tuti li galioti, e pigliorono un certo passo per assediar Gajeta; ma subito usirono fuora 2000 francesi et andorono al predicto passo, sì che li nostri ebbeno di gratia farli largo e lasarli passar via. E cussì dicti francesi passati andoron a la volta del signor de Monpensiero. Da poi subito fo licentiata la nostra galia et è tornata qui a Napoli, e don Fedrico è rimasto con la sua armata, e fina adesso non sapemo quello che 'l fazi.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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