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      Li inimici che erano a la rocha Guielma da mille in suso, si son partiti et hanno passato el Garigliano. Sono tutti a piedi, da circa 50 che sono a cavalo. Si dubita vadino verso l'Apruzo, per unirse con li Orsini che debbon sperare a quella doana, la quale serà un bon sovegno a chi la riscoterà. Et certo, vedendo abondare da tanti membri la infirmità di questo corpo, non sollamente è necessario che vegnano presto li rimedii; ma etiam se dubita quelli non serano capazi, perché el male è molto più che non era quando fue la medicina preparata. Et veramente, se mai la celerità fue bisogno, è al presente, perché ogni tratto el mal impegiora. Se 'l signor Virginio è già in Apruzo, come se dize, senza contrasto si pò quasi fino a Sansevero condurre, perché più largo. È da credere debbia ogni solicitudine usare a quello ha in animo di fare. El signor Fabricio de' esser con quelle forze potrà a l'incontro; ma assà inferiore. Idio mandi presto dicti presidii, per rimedio d'ogni male. Perfino a li octo, non si dice altro de li stratioti che partirono da Ravena al primo, che saltem quelli comparere prima doverebeno. La majestà del re è pur a Vellino, de dove ho sue lettere facte eri. De verso Taranto, non se intende altro. Che 'l signor Prospero sia ito a quella via, non bene se intende. Le cosse di Gaeta si stanno. El signor principe pur a Sessa, che se non fusse lì si revolteria etc.
     
     
      Copia di una lettera scrita per el principe di Altemura
      a l'orator regio a Roma existente.
     
      Princeps Altemurae locumtenens generalis.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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