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      Et cussì si stavano in varie disputatione, et per lettera di Bologna di Antonio Vincivera secretario, di 22, nostri fo certificati per uno venuto de lì, partì a dì 12 april da Lion, che diceva a Lion nulla si parlava di vegnir in Italia, e non si feva alcuna provision. Et ancora, per lettere mandate da Lion a uno Martinengo da Brexa, come, se per tutto zugno francesi si tegneva saldi in reame el re manderia zente per terra in Italia, overo faria pensier di vegnir, altramente no. Si ché, quelle nuove veniva da Milan non era vere, et tutto faceva el ducha acciò venitiani spendesse et lui atendeva a cumular oro. Et è da sapere che dicto ducha havia in Franza per ostaso Sforzin et alcuni altri, et per suo ambasiatore era andato domino Antonio Maria Palavicino, el qual, in questi zorni, licentiato dal re, ritornò a Milano. Narava come madona Bona era a Turs malcontenta et mal vista; pur si contentava di starvi lì in Franza. El duca di Orleans pur apresso il re. Et, come intesi, monsignor de Linì suo cusino era venuto in disgratia di esso re, per caxon che lui [119] era stato causa di dar el governo di Pisa, Sarzana, e Pietrasanta a monsignor d'Antreges che havia li dicti lochi venduti, unde lo privoe dil posto, et dicto monsignor de Linì andò come disperato in Picardia al suo stato. Fo etiam divulgato che monsignor di Arzenton era morto, tamen non fu vero.
     
      In questi giorni, per lettere di Piero Marzelo provedador di Trani, se intese come in quel loco bisogneria altra custodia, per esser Quarate ivi vicino, el qual loco se teniva per francesi.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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