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      Et è da saper che fiorentini, tenendo Ligorne ch'è un porto sul mar, dove haveano do fuste e una caravella spagnarda latina che non lassavano apropinquarsi a Pisa alcuno navilio, per la qual cossa pativano grandemente; ma pisani di bon animo stava, et più quando inteseno, che stratioti doveva andargli, benché 'l ducha de Milano zerchava di remuover che non fusse mandato ditto pressidio. Et a Pisa fu fato una crida publica, che fiorentini haveano perso Pisa, e chi ge la restitueria harebbe bona cataura. Ma fiorentini erano in grande affanni a trovar danari; morto il loro capo, et havia solum il conte Ranuzo di Marzano per governatore di le zente. Li do oratori lhoro in Franza col re exortavano a vegnir in Italia, et intravano ne li soi conseglii. In questi giorni a Fiorenza ordinono una setimana di dezuno, sequendo i conseglii di frate Hironimo, et benché queste discordie erano fra' nostri e' fiorentini, tamen molti fiorentini erano merchadanti in questa terra. Ma savogini non veniva, licet da poi in questo anno venisseno a far mercantie, come erano soliti.
     
      A Ferara el ducha fece uno edito che li formenti non si potesse trazer dil ferarese, imo fosseno menati a li castelli. Il figliol stava pur in Franza, et era con nostri a diferentia di confini. Havia oratore a Milano domino Antonio di Constabeli cavalier, et suo figliol cardinal era etiam a Milano.
     
      Il re di Franza, in questo mezo, a dì 10 mazo ritornò di Ambosa a Lion, et in Ambosa lassò la moglie graveda. Fo divulgato era venuto per far preparamenti per la impresa de Italia.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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