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      Et per voller scriver la verità, la qual fo a questo modo, per lettere di Antonio Vincivera secretario nostro a Bologna date a dì 2 zugno, se intese come a dì 30 mazo, nostri alozati in Cassina asaltorono Pontesacho castello de' fiorentini; preseno il conte Lodovico di Marzano con homeni d'arme 40 e cavali lezieri 25, fanti 200 con el contestabele, et sachizorono dicto loco. Et il zorno avanti, come da' pisani intesi, lhoro preseno 7 homeni d'arme de' fiorentini, siché quella guerra era [197] facta a la italiana, perché cussì come si prendevano, erano contracambiati.
     
      In l'Abruzo, per lettere pur di Bologna, a dì 1.° zugno, se intese come, vollendo quelli di l'Aquila condur le sue piegore a l'Aquila, don Carlo di Aragona, el ducha di Melfe, el conte di Populo baroni aragonesi con alcune zente se gli oppose contra dette pecore, le qual erano acompagnate da 200 cavali de' francesi et anzuini dil paese, unde, intendendo questo, dicti inimici feno la volta di Sulmona credendo intrarvi et esser securi. Ma quelli sulmonesi, per dubito che non intrasseno nemici et amici, li serono le porte, et nostri li fo adosso, presono le pecore et cavali 140, et 40 ne fo morti combatendo.
     
      [1496 06 03]A dì 3 ditto, vene lettere di Piero Marzelo provedador di Trane, de 27 mazo. Dimandava zente per dubito de' inimici erano lì intorno. Narava la victoria abuta in Calavria la qual è scripta di sopra, e più che preseno Layno e altri lochi, videlicet Casteluza sachizata e brusata, Retonda pigliata, Layno e Vagianella, et manda la poliza di presoni, et più il signor Carlo di San Severino.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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