Li nimici comenzò a salutarli con le artelarie; li nostri se meseno in fuga ritornando abasso. Io che non poteva sofrir, speronando el mio cavalo, facendo far testa, fezi afermar li ballestrieri e stratioti, et insieme con lhoro voltai la ponta contro li nimici infugando li primi persino a li pedoni, con morte di cinque francesi. Uno de li nostri stratioti, valentissimo, sbassò la sua lanza e dete in mezo di le zente d'arme, et per sua sorte investite el principe di Salerno, per quello dicono tutti, per la insegna che era uno paro [214] di corne negre grande, e zonsel scharso, e la fuga dil cavallo lo messe fra le squadre de li inimici, et quello fue ferito et preso vivo. Fue morto uno cavalo di schiopeto, e feriti 2 cavali e 2 stratioti. Parendo a li nimici li lhoro cavalli esser strachi, penseno li cavali inanzi e feze retirare li sguizari con le artelarie. Visto io che non poteva havere honore alcuno per esser 200 schiopetieri oltra le artigliarie, i seguitava a piano a piano perfino che i passono Ponte Rendolfo nostro castello, e challati al suo lozamento usito di Marchone, con poco suo honore, havendoli nui fati levar de lo asedio de Zerzeli, et venuti per dar socorso a Frangietto quello hano visto preso et afogato, retornati mezi desparati, per alcuni fanti a piedi che sono fuziti solli, dicono che ogni zorno vano sminuando sì di fanterie come de zente d'arme e balestrieri a cavalo, per la mala compagnia hanno da' franzosi. Spiero nel Signor Dio, venuto le zente dil ducha de Chandia, senza altro rispeto li andaremo a trovar dove i sarano, con indubitata victoria, siché stative de bona voglia.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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Salerno Ponte Rendolfo Marchone Zerzeli Frangietto Signor Dio Chandia
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