Et è da saper come, per lettere di 14, se intese Sonzin Benzon, con alcuni stratioti, havea preso fanti 32 et 8 ballestrieri a cavallo, con certe vituarie che fiorentini volleano metter nel castello de Buti. In Pisa era stà portato assà formenti, adeo non havevano penuria.
In questi zorni, zonse in questa terra uno ambasador de' senesi, homo molto famoso, chiamato domino Bulgarino de' Bulgarini, et a la fine dil mexe zonse in questa terra et andoe a la Signoria, exponendo la devutione che quella cità portava a essa illustrissima Signoria; et che volentiera arebeno, mediante l'ajuto di quella, fato guerra contra fiorentini, perché tra loro erano grandissimo odio. Unde, volevano ajuto di zente da' nostri; ma non parse al senato di muover altre cosse, perché non desideravano la ruina de' fiorentini; ma ben che si facesseno boni italiani e non francesi.
[1496 06 20]A dì 20, nel consejo di pregadi fu messo do decime al monte vechio, e questo perché di ogni banda bisognava danari nostri, sì in reame qual a Pisa et a Zenoa ancora. A dì 24 fo fato la mostra di tutte le nostre zente d'arme in li territorii dove che alozaveno, et senza però darli alcuna paga et soventione, et el conte di Petigliano, licet non fusse obligato ad alcuna mostra, pur, per dimostrar come era in hordine, desiderando esser operato, su la campagna di Ghedi mia 10 da Brexa dove alozava, fece la sua mostra a dì 31 ditto, et vi fu nomine veneto Marco Zorzi che tunc andava capitano a Bergamo, e questo perché Francesco Mozenigo capitano di Brexa non vi poteva esser, perché era rimasto in Brexa sollo rector et il podestà era a Lucha.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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