Di queste cosse più avanti sarà scrito.
[1496 06 25]A dì 25 ditto, per lettere di 14 de l'instante de Zuan Bragadin de sier Andrea venute per mar et scrite a suo padre, se intese, et etiam per lettere di 16 di Trane et di Monopoli in la Signoria, come una bona terra chiamata Matera, fertilissima e grassa, è quella che fornisse Taranto de vituarie, la qual se teniva per il re di Franza, se havia dato a Ferandino di volontà, prima tagliato a pezi alcuni francesi erano dentro, et havia levato le insegne aragonese. Questa Matera è un monte grando et optimo, tutto fatto a grote dove habita li citadini, et una volta el re Alfonxo vechio, volendola veder, gli fu dito non si potea veder se non di note, e feceno che tutte le grotte facesseno la sua lumiera over luminaria. A questo modo la vide, unde naque un moto in reame: chi vol veder la terra di Matera, convien la note la fazi lumiera. Etiam in Calabria Ferando Consalvo reaquistoe lo castello di San Marco e la Rocha [222] Ferandina, et per esser ubertosi di grano, non hano voluto aspetar li sia dato il guasto a le biave, siché fino lì si prosperava.
[1496 06 26]A dì 26, lettere di Pisa di 22, chome stratioti volevano far un'altra incursion per far gran danno e prede contra fiorentini; ma che, messo in hordine tutto, Lucio Malvezo se ritrasse e non se curò né volse i coresseno, et questo perché se intendeva con fiorentini, i qualli hebbeno tempo di far molte provisione. Et in questa terra molto si parlava di la dimora de' stratioti, atento che era stà scripto a Zustignan Morexini proveditor, al tutto facesse dar il guasto a le biave et far corarie, acciò sentiseno stratioti.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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