Tamen, non fu vero et non reusite.
[1496 07 07]A dì 7 lujo, vene lettere di Napoli come l'armada nostra, con alcune barze di Spagna, doveano andar a Gaeta.
Item, che a Civitavechia, zonte le nostre 2 galie, a Roma erano andati li soracomiti per terra a tuor ducati 25 milia che la Signoria mandava in campo.
In questo zorno vene lettere di campo di 29 zugno, che li nimici erano pur a l'Atella, e li nostri lì intorno, segnando voler esser a le mani. Era gran carestia, et che monsignor de Monpensier volleva esser a parlamento con il re Ferandino per tratar acordo.
Item, per lettere di 30, che don Consalvo Ferante capitano yspano havea brusato de li nemici 5 molini e havea tajato le strade che vano a Venosa, e preso e tagliato a pezi alcuni sguizari che voleano intrar con farine, siché si stavano dentro assediati, e, volendo passar, convenivano andar, o per il nostro campo, o per le terre di esso re, le qual non li dariano il viver, siché erano a mal partito et a Venosa non posono andar per le strade tagliate. Et dicti, volendo butar a terra certo muro di quella terra di l'Atella, nostri hano provisto et fati spalti et fossi acciò fuzir non potesseno, siché non erano in libertà di ussir come credevano.
Item, se intese che la majestà dil re, et suo' conseglieri, erano al tutto deliberati e disposti di non aceptar partido alcuno che li fosseno porto per francesi, per haverli reduti a tal conditione. Molti di la compagnia vitelescha erano partiti di lhoro, et venuti nel nostro campo.
Da Pisa, di 3, lettere vene in questo zorno come Nicolò da Nona con 300 stratioti partì da Vicopisano, e andò uno miglio apresso a Voltera.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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