Le qual barze volevano andar a Cajeta. Et poi, per lettere dil ditto Marin Signolo drizate a la Signoria, meglio la verità se intese, come, hessendo andato con le cinque nostre galie sotil verso Provenza, scoperseno in quelle aque 4 barzoti armati, uno di botte 200, l'altro di 150 e li altri do assai più picoli, armati per uno bischaino corsaro lì in Provenza, i qualli barzoti, pochi zorni avanti, havevano facto diverse prede de spagniuli et altri. Le galie nostre che erano antiguarda, se prolongarono da queste barze, e le do nave zenoexe li seguiteno a longo perché il vento non li serviva di andar più presto. Tandem, nostri le preseno tute 4 avanti zonzesse la nave grossa, et feceno butino per valuta di ducati 10 milia, et apicono i patroni di le barze, zoè i corsari principali, e sopra zonto dapoi el capitano di le barze spagniule, videlicet don Rechasens conte di Trivento, terminò che le do nave zenoese participi di la preda, quamvis che non si havesseno impazato, né combatesse, né fusseno zonte a tempo. La qual opinion fo cativa judicio meo, perché nostri haveano soli combatuto.
Da Roma vene lettere di Nicolò Michiel doctor et cavalier orator nostro, a dì 23 lujo, come ivi in corte era stà conclusa la liga con il re de Ingilterra, dove si ritrovava uno suo orator. Et cussì introe esso re in la liga, et feceno perhò nuovi capitolli, dimostrando far liga nuova. Tamen, sono quasi quelli medemi di la prima, li qual più avanti sarano posti. Et fo terminato di publicharla a Roma, in questa terra et a Milano la domenica proxima, che sarà a dì 31 lujo, facendo processione, soni di campane e lumiere, justa il solito, in segno di alegreza, come dirò di sotto.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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