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      Intendendo certissimo venitiani come el re di romani era in Italia zà venuto, et lecto lettere che 'l ducha di Milano exortava si dovesse mandarli il resto de li ducati 30000 promessi, si non che lui li daria per haver promesso per la Signoria nostra. Et a dì 23 fo letto nel consejo di pregadi una lettera che esso re scrisse a la Signoria, per la qual el dimandava li ditti danari promessi, dicendo: "Io vegno in Italia pacifice et exortato, per beneficio di la liga, et perhò voglio me sia observato quello m'è stà promesso; ma se non mi sarà ateso, convegnirò ritornar in Alemagna, et mi sarà forzo prender qualche partido, etc." Conclusive, era lettera molto minatoria. Ma sopra di questa risposta fo molte disputatione. Alcuni non li volevano dar nulla, dicendo la promission è fatta venendo francesi in Italia. Tandem, post multas disputationes, a dì ditto fo decreto di elezer do ambasadori con pena di ducati 500, [277] oltra tutte altre pene, i qualli dovesseno immediate risponder, et partirsi fino 6 zorni. Et cussì fo scripto lettere a soa majestà, come haveano electi oratori, i quali di brieve vegneriano et exponeriano l'opinion dil senato, sì quanto a i danari, qual etiam in quello si havesse affar per la quiete de Italia e honor di sua cesarea majestà. Et fono electi in ditto zorno Marco Antonio Morexini cavalier, fo capitano a Padoa, et Antonio Boldù cavalier, era stato alias oratore a sua majestà, i qualli subito refutono, excusandosi, el Morexini per esser a l'officio di tre al luogo di sora gastaldi, et il Boldù per esser dil consejo di X.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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