Pagina (416/756)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A Napoli la peste or era, et ancora tra' stratioti nostri era intrata, di li quali, tra dentro e fuora de Napoli, ne morino zercha 200. Et morto [293] il lhoro proveditore, il forzo partino et andavano a la marina in Puja per passar in Levante a le lhoro solite habitatione, molto inrichiti, et alcuni altri se ne veneno in questa terra. Et è da saper che, in luogo di le decime doveano dar al suo proveditor morto, fono contenti di lassar a li fratelli dil dito suo proveditor, zoè Panfilo et Polo che era lhoro capo in reame, una paga integra del salario doveano aver.
     
     
      Sumario di lettera di 28 avosto apresso Cajeta, dil secretario,
      recevuta, a dì 4 setembrio.
     
      El re have il castello di Sanseverino, e romase d'acordo con tutti i Sanseverini e li primi baroni da quella banda. El principe di Salerno ha contentà dar tutte le terre al re, e dize voler andar in Franza per far sua excusatione al roy. Ha dimandato pasazo seguro per la persona soa, et essendoli offerti per il re pasazi, non ha contentà, ma ha voluto 2 di le nostre galie. Il re li promisse, et mandò qui uno messer Francesco Scorna suo messo con lettere di credenza al zeneral, rechiedendo se dovesse mandar a Castelamar le ditte, laudandosi di le opere etc. Missier volse respeto per non smembrar, et, udito l'opinion di soracomiti, tandem deliberò dargele, stante la comission soa la qual vuol el sia a obedientia di la majestà dil re. Questa armada di qui indriedo non sarà senza pericolo per farsi borasche strane. A dì 26, ne vene una.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





Napoli Napoli Puja Levante Panfilo Polo Cajeta Sanseverino Sanseverini Salerno Franza Francesco Scorna Castelamar