Ancora pisani, per lettere zonte a dì 21, si intese chome nostri erano intrati in Librafatta castello mia 6 di Pixa, et che haveano abuto per forza il castel di San Regulo, mia 20 lontano verso Ligorno, perhoché, piantato le bombarde, se resono. Dove trovono da stera 10 milia di formento. Et è da saper che, a dì 12 di l'instante, re Ferando licentiò le do nave nostre havia per avanti a Napoli retenute con stera 6000 formento et altre, biscoti e biave le qual andavano a Pixa, e questo perché [322] voleva far discargar a Napoli dette biave et pagarle, ma pur fu exortato che le volesse lassar, perché a Pisa bisognava. Et da Bologna ancora non era levato Annibal Bentivoi; pur Antonio Vincivera secretario nostro solicitandolo molto in questi giorni lo fece levar, et partì di Bologna con la sua compagnia di homeni d'arme 150, et ballestrieri a cavalo 200, et a Pisa andoe. Et era capo et principal di tutte quelle zente di la Signoria nostra.
Luchesi, in questo mezo, dubitando di fati lhoro perché li oratori zenoesi solicitava al re di romani et a la liga li fusse fato render Pietrasanta come cossa sua, la qual l'haveano abuta alias impegno per ducati 26 milia da' luchesi, et come la liga havia promesso di fargela render, per la qualcossa luchesi si raccomandoe a' veniciani, comemorando che sempre erano stà boni et fedeli recomandati di San Marco, et che si nostri voleva Pietrasanta per lhoro erano contenti di levar San Marcho, come zà haveano su dito castello posto le ditte insegne, come ho scripto di sopra, ma che non volevano per niente dar la roba lhoro a' zenoesi.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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