[1496 10 25]A dì 25, vene lettere di Francesco da la Zuecha secretario nostro a Pisa, come Maximiliano re di romani preditto, da poi disesso in terra et a Rapallo andato a piedi da Portofin esso re et fino a le Specie; et che, a dì 19 fo bonaza, et le galie numero 10 con le 2 zenoese Justiniane dil gobo, hessendo bonazà il vento, navigò a le Speze, dove, trovato il re, iterum sua majestà volse montar in galia, et andato verso la fiumara di l'Arno che va a Pisa, a dì 21 a meza notte, montato la sera a lume di torza ivi a la bocha in uno lauto, et etiam in sua compagnia andò Francesco Foscari orator nostro. Et cussì a hore 6 di note, arivoe a Pisa solum con 6 in sua compagnia, et arivò in la caxa che fo donata a monsignor d'Antreges situada sora l'Arno, et che a dì 19 erano zonti cavali 500 di soi, pedoni et sguizari numero 1000, i qualli non sono intradi in Pisa per do raxon, prima, perché non volseno intrar; secondo, perché non arebeno abuto da viver, né per lhoro né per li cavali. Et che la matina seguente, fo a lì 22, Domenego Dolfin proveditor nostro et esso secretario, con li signori e citadini pisani andono a levar sua majestà di lo alozamento, et andono a messa al domo, dove li fu facto una oratione, et poi un'altra. Da poi se reduseno in uno loco secreto con li proveditori et oratori nostri a consultar quid fiendum; poi fece far la mostra di le zente nostre, et trovono elmeti 300 stratioti, et 700 pedoni, oltra quelli erano in le forteze 3000.
Item, che il conte di Cajazo havia solum cavali 70, et che 'l re motizava di farlo capitano di quelle zente.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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